Come si scrive per utenti distratti?

Per creare dei contenuti vincenti sul web non è sufficiente saper scrivere bene: anzi, a volte non è sufficiente nemmeno avere un buon argomento!

Lo sviluppo dei social network, la comunicazione sempre più rapida, il moltiplicarsi delle fonti di informazione hanno modificato il comportamento di chi utilizza la rete: oggi, i lettori sono molto più distratti.

C’è chi si ferma alle immagini, chi non va oltre il primo paio di righe, chi legge volentieri articoli complessi, a patto che siano bilanciati e intriganti: riempire il proprio sito o i propri profili social di post e articoli chilometrici non serve più, è fondamentale comprendere il proprio target e modificare i testi in modo da attirare l’attenzione del pubblico desiderato.

Poche regole da seguire

In un contesto in cui immagini e video spopolano grazie alla loro immediatezza, è fondamentale seguire alcune piccole regole per essere sicuri di mettere a punto un testo che spinga i lettori ad arrivare fino all’ultima riga.

 

  • Formattare al meglio il testo
  • Curare l’ortografia
  • Usare parole chiave
  • Scegliere il titolo con cura
  • Distribuire al meglio gli argomenti

Con così tanti input è davvero difficile mantenere la concentrazione!

La formattazione

Per quanto possa sembrare difficile, sul web è necessario organizzare il testo in modo da favorirne la lettura.

Questo significa che non è possibile pubblicare un blocco unico di 30 righe sperando che qualcuno non si perda nel mezzo: è fondamentale usare la divisione in paragrafi, l’aggiunta di spazi, i grassetti e i corsivi per catturare l’occhio, i titoletti per dare al primo sguardo un’organizzazione chiara dei temi.

Il testo deve essere arioso, deve favorire le pause e non deve stancare l’occhio.
Deve essere chiaro e ben strutturato, magari alternato ad alcune immagini utili a chiarire i concetti o alleggerire la schermata: non possono mancare anche gli elenchi puntati, che – con classifiche e top 10 – garantiscono sempre un certo grado di interesse.

L’ortografia

Curare l’ortografia non significa scrivere testi come se fossimo docenti di italiano.
Significa adattarsi al contesto, alleggerendo tutto ciò che può essere alleggerito per favorire uno scorrimento rapido dei paragrafi.

Questo si traduce con un uso ridotto degli avverbi e delle forme verbali ridondanti come il gerundio, ma anche con una diminuzione delle “d” eufoniche eccessivamente eleganti.

Le parole chiave

Ogni testo ruota attorno a dei temi principali.
Usare parole chiave per definirli al meglio può aiutare il lettore a comprendere e ricordare i concetti più importanti.

Per raggiungere un risultato ancora più efficace è possibile utilizzare i grassetti e integrare le spiegazioni con link esterni a risorse utili.

Il titolo

Il titolo è l’elemento che attira per primo lo sguardo del lettore.
Scegliere poche parole chiare, divertenti e “catchy” può fare la differenza fra un testo che viene letto e condiviso e un articolo che viene semplicemente ignorato.

Un piccolo consiglio: a volte il titolo perfetto si può scrivere solo dopo aver terminato la stesura dell’articolo, un po’ come succede nel mondo del giornalismo!

La distribuzione degli argomenti

Sempre al mondo del giornalismo possiamo ispirarci per distribuire al meglio i concetti del nostro testo.

Bisogna, infatti, cercare di rispondere subito al “chi, cosa, quando, dove e perché”, dando immediatamente le informazioni principali: i paragrafi successivi serviranno ad approfondire punto per punto la curiosità di chi ha decido di andare oltre le prime righe.

Come si chiude un articolo?

Un articolo si dovrebbe chiudere idealmente… con una call to action!

Chi legge l’intero post potrebbe lasciare un commento, iscriversi con una mail, seguire un profilo social: insomma, la chiusa di un buon contenuto testuale dovrebbe spingere gli utenti interessati a fare ancora qualcosa sul nostro sito o sulla nostra pagina.

Scrivere per lettori distratti è complesso, ma non impossibile.
Vuoi saperne di più? Hai bisogno di qualche consiglio?
Contattaci via mail e ti forniremo un’assistenza su misura!

È davvero importante essere presenti sui social network?

Chiunque sia appassionato di nuove tecnologie e mezzi di comunicazione si sarà sicuramente accorto di quanto i social media siano diventati pervasivi.

Li utilizziamo per seguire i nostri idoli, per ricevere consigli di moda e stile, per scoprire le nuove tendenze in fatto di costume, per sapere qualcosa in più sul nuovo ristorante che ha aperto in centro, persino per cercare lavoro o vendere i nostri vestiti usati: piattaforme che erano nate con l’obiettivo di ricostruire rapporti con persone del passato oppure per esprimere pensieri e creatività sono oggi il centro del mondo.

Qui compriamo e ci informiamo, leggiamo le ultime notizie e seguiamo i brand a cui siamo affezionati. Ecco perché essere presenti sui social è importantissimo. 

 

Un’azienda che voglia raggiungere un target ampio, interessato e attivo deve curare anche la propria immagine sui social, costruendo un feed su misura e valorizzando ogni singolo lead.

Dove

Non è detto che un’azienda debba creare un profilo per ogni singolo social disponibile: non a tutti serve Twitter, così come per alcuni settori potrebbe non essere più utile Facebook.
È fondamentale avere un’idea chiara del proprio business e del proprio pubblico, oltre che dei contenuti che potrebbero rappresentare meglio la vision aziendale.

Se, per esempio, la nostra impresa si occupa di B2B e si rivolge ad altri esperti del settore, potrebbe essere necessario curare la propria presenza su LinkedIn, social nato per mettere in contatto aziende e professionisti.
Se, invece, l’attività si occupa di food o di bellezza e benessere (un ristorante, un centro estetico, un parrucchiere…), pubblicare foto e video potrebbe essere la carta vincente per mettere in mostra il proprio talento: ecco che Instagram e Tik Tok diventano i due social “visuali” più indicati per lo scopo.
Se, invece, organizziamo eventi e vogliamo proporre una vetrina in continuo aggiornamento, Facebook potrebbe dare lo slancio giusto all’attività, mettendoci in contatto diretto con utenti potenzialmente interessati.

La scelta deve tenere anche presente il fatto che alcune piattaforme, come Facebook, hanno generalmente user di età maggiore rispetto a Instagram o Tik Tok (che, fra tutti, ha il pubblico più giovane in assoluto), mentre un social come LinkedIn è più trasversale e può ospitare profili di uomini e donne di tutte le età.

“Essere presenti” ci tiene in contatto con clienti storici e potenziali

Come

Una volta scelti i social più indicati per la nostra azienda, è fondamentale essere presenti utilizzando due diverse strategie:

  • la pubblicazione di contenuti naturali che seguano un calendario editoriale preciso
    Ciò significa perfezionare un vero e proprio “piano”, completo di date e orari, necessario a condividere il giusto post nel giusto momento: la progettazione comprende i contenuti quotidiani, le storie, i video, gli eventi e ogni tipo di interazione che possa raggiungere il pubblico in modo naturale;
  • la pianificazione e la programmazione di sponsorizzate periodiche
    Cioè la realizzazione di campagne pubblicitarie mirate, che possano raggiungere potenziali clienti e utenti interessati al nostro business che ancora non ci conoscono.
    Le promo sui social richiedono una certa cura nel copy, nella grafica e nella scelta di target e periodi di pubblicazione: tutto deve funzionare perfettamente, in modo da raccogliere lead davvero utili all’azienda.

Non è semplice gestire tutto da soli

Essere presenti sui social significa investire tempo e denaro nella creazione di contenuti belli da vedere e funzionali, su misura per tutte le nostre esigenze.
Per raggiungere i nostri obiettivi potrebbe essere necessario editare dei video, creare immagini divertenti e complesse, scrivere testi lunghi e accattivanti… non è facile occuparsi di tutto da soli!

Ecco perché rivolgersi a una digital agency potrebbe semplificare questo compito: esperti di comunicazione possono consigliare le strade più giuste dopo aver valutato competitor, pubblico e mercato, si occupano di realizzare direttamente i contenuti seguendo un piano editoriale condiviso, pubblicano e monitorano ogni singola promo, determinando man mano eventuali modifiche e integrazioni.

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P92: il misterioso social testuale con cui Meta vuole sfidare Twitter

L’arrivo di Elon Musk a Twitter sembra aver irrimediabilmente compromesso le performance della piattaforma dei cinguettii.
Spunte blu a pagamento (anzi no, anzi sì, anzi no, ma solo per chi ha già un milione di follower), metriche dei tweet che cambiano ogni settimana, cronologia delle pubblicazioni in continua trasformazione, introduzione di una sezione “per te” che non sempre rispecchia i gusti degli user… insomma, in pochi mesi le funzionalità di uno dei social network più longevi sulla piazza sembrano essere irrimediabilmente peggiorate e con esse anche il gradimento dei suoi fruitori.

Questo lento, ma all’apparenza inesorabile, declino avrebbe spinto Meta a lanciarsi in una nuova avventura, con un progetto che sembra indirizzato proprio a quegli utenti che non amano le piattaforme visuali – come Instagram o Tik Tok – in favore di una versione più “classica” dei social, basata interamente sul testo (o quasi).

Al momento, il progetto ha alcuni nomi in codice – P92, Project92 e Barcellona sono i più quotati – ma quasi certamente una volta lanciato definitivamente otterrà un nome ancora diverso.
Per quello che sappiamo ad oggi, possiamo definirlo un “Instagram dei tuoi pensieri”.

P92: come dovrebbe funzionare

P92 dovrebbe diventare una app indipendente e decentralizzata, collegata a Instagram per una questione di comodità. Una volta iscritti a questo nuovo social, gli utenti possono – infatti – portare con sé gli stessi follower di IG, pur mantenendo le attività sulle piattaforme separate.
Il nuovo social permetterà di scrivere testi di massimo 500 caratteri, con la possibilità di aggiungere anche foto e video di massimo 5 minuti, oltre a link a siti e risorse esterne.
Una chat interna e commenti ai post sono in progress, ma forse non verranno rilasciati con il primo lancio della piattaforma.

L’idea è che creators, influencer, vip e singoli utenti si rivolgano a P92 per dare aggiornamenti flash, news brevi e rilanciare alcuni contenuti già pubblicati su altre risorse Meta.
Almeno in teoria, non dovrebbero essere presenti pubblicità o monetizzazioni, ma questi aspetti possono essere sempre cambiati e aggiornati con l’andare del tempo.  

p92

Un’anteprima di P92 che Meta ha inviato ai creators selezionati: sarà la sua versione definitiva?

Credits: Lia Haberman

L’obiettivo di Meta

Le finalità di Meta sono piuttosto chiare: il colosso statunitense ha sempre cercato di mettere i bastoni fra le ruote a Twitter, rilasciando aggiornamenti interessanti, nuove funzionalità e alternative decisamente più creative e dinamiche del competitor.
Twitter – però – non ha mai patito troppo la concorrenza, forte di un pubblico affezionato al suo funzionamento semplice e immediato.
Con l’arrivo di Musk e di un mal contento sempre crescente, però, le carte in tavola potrebbero essere cambiate e Meta potrebbe davvero infilarsi nel vuoto creato dalle ultime trasformazioni volute dal nuovo CEO.

Certo, anche Mastodon ha recentemente tentato l’impresa senza successo, quindi le aspettative per il nuovo prodotto Zuckerberg sono piuttosto alte: riuscirà davvero a coronare il suo sogno?
A giugno, P92 verrà proposto in una versione test a creator selezionati, influencer e vip: non ci resta che attendere il loro responso!

Le migliori alternative a ChatGPT gratis e a pagamento

L’intelligenza artificiale ChatGPT ha negli ultimi mesi conquistato il mondo, attraversando quasi indenne aggiornamenti e critiche, sopravvivendo – in Italia – a uno stop dovuto ad alcuni dubbi relativi alla gestione dei dati personali e al rispetto della privacy.
Contemporaneamente, però, la IA ha dovuto affrontare più di un problema tecnico, con down frequenti dei server che hanno letteralmente “chiuso fuori” decine di users interessati a dialogare con il bot.

Per questo motivo, parallelamente al servizio di OpenAI, sono nati e sono stati potenziati diversi sistemi alternativi gratis e a pagamento, che promettono un’esperienza molto simile a quella dell’intelligenza più famosa del momento.

E quando ChatGPT proprio non va…

È possibile usufruire di uno di questi servizi online:

  • Microsoft Bing
    L’alternativa numero 1 a ChatGPT è alimentata dal modello “Prometheus”, cioè… GPT-4!
    Bing è caratterizzato da una chat che richiama queries del web e feedback visivi, oltre a un’accuratezza delle risposte in progressivo miglioramento: può interagire pianificando viaggi, dando consigli e ricette, con risultati più soddisfacenti – pare – del competitor OpenAI. L’unico elemento “contro” è un po’ di lentezza nel dare le risposte.
  • Pi
    Si tratta di un bot completamente differente dagli altri, che segue un design unico nel suo genere: è basato, infatti, su dialoghi durante i quali la IA può rispondere direttamente, usando almeno 4 diverse voci, tutte realistiche.
    Pi può affrontare di sua iniziativa un certo argomento, facendo domande e cercando di far sentire lo user a suo agio. Offre ottimi spunti per la salute mentale, anche se le continue domande potrebbero innervosire chi lo usa.
    Ulteriore difetto: nonostante sia possibile conversare per un po’ senza lasciare dati, a un certo punto diventa obbligatorio registrarsi al servizio con un numero di telefono per poter continuare le conversazioni.
Una conversazione con la Ai Pi

Pi risponde come farebbe una amica: cliccando sul simbolino del volume in basso a destra è possibile scegliere con quale voce conversare

  • Jasper Chat
    Jasper è una IA non giovanissima, che – nata per restituire contenuti originali – integra ora anche una chat per il dialogo. Si tratta di un bot in grado di formulare risposte intelligenti pensate appositamente per chi si occupa di marketing, che ha – però – il difetto di essere ancora piuttosto costoso. Per poterlo utilizzare, infatti, è necessario un abbonamento da 59 dollari al mese: i primi 5 giorni di trial, però, sono gratuiti e potrebbe valere la pena fare un tentativo!
  • Chatsonic
    Una delle alternative più recenti a ChatGPT, è stata realizzata sullo scheletro del bot di OpenAI: per questo motivo le sue potenzialità (e le aspettative) sono elevate.
    Possiede un accesso a internet (come Bard), ricorda le conversazioni passate e riesce a imparare dalle precedenti interazioni, limitando il rischio di errori: offre – poi – 16 differenti personaggi o “voci”, che vanno dal poeta al contabile, perfette per rispondere nel modo giusto a diversi tipi di domande. Collegata a un microfono, può rispondere a voce come Siri o Alexa, proponendo una feature esclusiva.
    Il difetto? Non è gratis, ma – al momento – è disponibile con un abbonamento mensile da poco meno di 13 dollari: non una cifra spropositata, ma forse un po’ troppo per chi vuole interagire per pura curiosità.
  • Perplexity AI
    Si tratta di una intelligenza artificiale che ha potuto giovare delle stesse API di OpenAI per “allenarsi” e che, per questo, pare già molto avanzata. Il sito di riferimento è minimal e molto semplice: la chat assomiglia in tutto e per tutto a quella di ChatGPT, ma introduce un elemento tipico del competitor Google Bard, cioè la capacità di citare le fonti.
    I suoi limiti sono ancora piuttosto importanti, perché Perplexity non ha memoria delle domande passate (quindi ogni volta è come ricominciare da capo) e, elemento decisamente più grave, potrebbe involontariamente copiare e incollare contenuti del web.

Un settore in espansione

Le alternative che abbiamo elencato sono solo un piccolo esempio dei tanti servizi disponibili: oltre al già nominato Google Bard, infatti, sono facilmente reperibili tanti bot piuttosto divertenti, fra cui – per esempio – Copilot X, pensato per chi scrive codice e si trova in difficoltà, DialoGPT, la chat allenata da oltre 147 milioni di dialoghi su Reddit, e Character AI, che permette di conversare con personaggi reali e non, come Elon Musk, Socrate o uno dei supereroi Marvel (e pare che il tono delle risposte dipenda da ciò che si sa della personalità selezionata).

Fra pro e contro, alcune di queste IA sembrano sulla scia di ChatGPT e promettono una competizione feroce, che scommettiamo porterà a un’incredibile espansione del settore in pochissimi mesi.

Nel frattempo, però, ChatGPT resta sulla bocca di tutti, esperti del settore e non: deve solo riuscire a risolvere quel problemino coi server…