Cos’è e a cosa serve la Customer Retention

La parola retention in inglese significa “mantenere”, “conservare”.
Messa accanto alla parola customer  – cliente – diventa uno dei parametri più importanti per un e-commerce di successo.

Con Costumer Retention, infatti, si fa riferimento a quell’insieme di attività e strategie che uno store online può mettere in atto per fidelizzare i propri clienti, con lo scopo di farli tornare dopo il primo acquisto e aumentare la loro Brand Loyalty.
I visitatori, cioè, devono restare sul sito il più a lungo possibile, effettuando più ordini possibili e aumentando il loro valore economico (o Customer Lifetime Value).

Ma, proprio come nelle relazioni della vita quotidiana, la fiducia non si guadagna facilmente o velocemente. È, anzi, il frutto di interazioni efficaci e continuate, capaci di soddisfare bisogni specifici con risposte personalizzate.

Come si sviluppa la Customer Retention

Chiedereste più facilmente aiuto a un amico o a uno sconosciuto?


La risposta sembra ovvia e, in effetti, questa tendenza ha ricadute anche sui processi di acquisto di un utente: ottenere nuovi clienti costa dalle 5 alle 7 volte in più rispetto a mantenere la fedeltà di chi ci ha già scelto una volta.
Chi ci conosce e ha avuto un primo contatto soddisfacente è più propenso a tornare sul sito, a leggere le nostre mail, a scoprire eventuali novità.

 

Un e-commerce deve riuscire a incontrare la domanda di chi visita nuovamente lo store, con strategie variegate ed efficienti.
Quali metodi può utilizzare?

Bisogni, servizio, assistenza:
parole chiave della Customer Retention

  • Personalizzare l’esperienza di acquisto con l’introduzione di suggerimenti ad hoc
    Un po’ come fa Amazon, che è leader di questo tipo di metodo: non esistono due visitatori che – entrando sul sito – visualizzano esattamente le stesse cose. Questo perché il colosso americano è capace di profilare perfettamente i suoi utenti, suggerendo durante la navigazione prodotti sempre in linea con i gusti dichiarati.
    Si tratta di una buona pratica per uno store online, anche quando non raggiunge i numeri e il fatturato di Amazon, perché fa sentire il cliente compreso e soddisfatto, mostra empatia e attenzione, riduce attriti e delusione
  • Attivare un’assistenza clienti di alto livello
    Cioè, essere in grado di risolvere ogni tipo di problema con cura e rapidità, mantenendo sempre altissimi livelli di pazienza e comprensione e offrendo alternative quando le richieste dei clienti non possono essere soddisfatte al 100%.
    La customer care è ciò che influenza maggiormente l’opinione che un utente ha di uno shop online: una risposta scortese, una mail che cade nel vuoto, spostano gli utenti sui siti dei competitor (e possono generare recensioni negative!).
  • Introdurre programmi fedeltà e piccoli incentivi
    Un utente che ha già effettuato il primo acquisto potrebbe tornare più facilmente se ricevesse, per esempio, uno sconto in mail o se fosse destinatario di una offerta personalizzata. Potrebbe convincersi a fare più ordini sapendo di poter raccogliere dei punti, grazie ai quali accedere a promozioni o contenuti esclusivi.
    Tutto ciò che fa sentire l’utente riconosciuto e valorizzato contribuisce ad aumentarne la fedeltà.
  • Gestire una comunicazione su più canali
    Utilizzando, per esempio, l’email marketing, ma anche le pubblicità online, le sponsorizzate sui social e messaggi inseriti all’interno degli ordini (come coupon o sconti individuali).
    Gli strumenti per attuare una comunicazione efficace sono davvero numerosi ed è sempre necessario capire di volta in volta quale sia il mezzo più giusto per raggiungere i clienti di ritorno. Alcuni potrebbero essere convinti da una mail (soprattutto se è un po’ che non visitano il sito), altri potrebbero essere spinti da un messaggio ricevuto con l’ordine, altri ancora potrebbero ricordarsi dello store incappando in una bella pubblicità online: il ventaglio di opzioni è davvero ampio.

Calcolo del Customer Retention Rate e segmentazione del pubblico

Come si fa a calcolare quanti dei nostri utenti sono tornati dopo il primo acquisto (o Customer Retention Rate)?
Innanzitutto, è necessario scegliere un periodo di tempo da esaminare, dopodiché il calcolo è piuttosto semplice:

(N di clienti alla fine del periodo – N di clienti acquisiti nel periodo / N di clienti all’inizio del periodo) x 100

Realisticamente, il numero ottenuto non sarà il 100%: per quante strategie si possano attuare, è davvero difficile ottenere una fiducia totale da tutti coloro che hanno effettuato un ordine sullo store.
Il numero ideale si dovrebbe però attestare intorno all’80-85%.

Ottenere un rate così elevato è possibile solo mettendo in campo strategie davvero efficaci e su misura per il target scelto.
Diventa quindi fondamentale non trattare i clienti fidelizzati come un unico gruppo amorfo, ma – piuttosto – segmentare gli utenti in gruppi più piccoli, accumunati dal genere, dall’età, dal tipo di acquisto e così via…
I segmenti di pubblico rendono molto più semplice comprendere quali strumenti di comunicazione utilizzare e quali promozioni mettere in campo per aumentare la lealtà al brand.

Una Customer Retention efficace è il frutto dell’impegno costante dell’e-commerce a raccogliere dati utili, raggrupparli in modo intelligente e comprendere i bisogni dei clienti.
Solo così si possono creare solidi legami basati sulla fiducia.

Live Commerce: come si realizza una live?

Come abbiamo visto nel nostro primo articolo dedicato a questo argomento, con Live Commerce si intende una nuova strategia di marketing dedicata agli e-commerce, che coniuga comunicazione e vendite con l’obiettivo di aumentare i profitti e fidelizzare nuovi clienti.
Una sorta di televendita 2.0, che raccoglie l’eredità del mezzo televisivo e lo rinnova, con tecnologie di ultima generazione e un linguaggio immediato e diretto.

Il risultato è uno strumento sicuramente complesso, ma divertente e innovativo, capace di creare un legame unico nel suo genere con tutti i potenziali consumatori.
Vediamo nel dettaglio gli ingranaggi che compongono il Live Commerce.

I punti di forza della piattaforma online

Il Live Commerce consente di creare una vera e propria vetrina interattiva, a cui i clienti si “affacciano” per assistere a una presentazione che è anche un vero e proprio show.

Un host – o presentatore – si collega in streaming, avviando un video “one to many”: l’influencer, la personalità dello spettacolo, il testimonial scelto per rappresentare l’azienda, cioè, avvia una live grazie alla quale raggiungere un numero illimitato di spettatori.
Durante la diretta, propone gli articoli dell’e-commerce, mostrando l’intero catalogo o solo una piccola parte: con il procedere dello spettacolo, compaiono a video link diretti ai prodotti presentati, che possono essere aggiunti al carrello con un semplice click.


Contemporaneamente, scorre accanto al video anche una chat live moderata, all’interno della quale è possibile richiedere maggiori informazioni e assistenza “one to one”.
Chi partecipa può chiedere di tornare indietro, rivedere un prodotto o saperne qualcosa di più: a rispondere sarà direttamente l’host, che potrà ripetere le informazioni fondamentali, consigliare in modo mirato i follower e risolvere in diretta ogni dubbio.

Un esempio delle schermate di una diretta Live Commerce

Chi assiste alla live può vedere uno per uno i prodotti presentati, visitare l’intero catalogo, accedere direttamente al carrello: il tutto, senza mai lasciare la live di presentazione.

Infine, può fare affidamento su un pagamento immediato, semplice, diretto e super efficiente: in questo modo potrà acquistare ciò che gli interessa senza abbandonare la diretta.

 

Ricapitolando, il Live Commerce è:

 

  • Una vetrina interattiva
  • Un video one to many
  • Uno spettacolo dal vivo
  • Una chat live moderata
  • Un’assistenza one to one
  • Un carrello ad accesso diretto, con pagamenti immediati

Gli strumenti indispensabili per la live perfetta

I metodi per realizzare una live sono molteplici, chi è interessato può attrezzarsi col proprio cellulare e avviare una diretta semplice, da gestire da solo o con poco aiuto.
Per un risultato professionale e perfezionato in ogni aspetto, però, non basta disporre di uno smartphone o avere esperienza con i principali social network.

Anche se il Live Commerce “richiama” il mondo degli influencer e delle sponsorizzate, può essere molto di più. Si tratta di uno strumento dalle enormi potenzialità, che con la giusta infrastruttura può raggiungere un numero davvero elevato di potenziali clienti.

Per una diretta efficiente si possono mescolare elementi online e offline, creando una vera e propria sinergia fra componenti: la presenza di un team attento e preparato, che possa seguire e affrontare ogni esigenza, rende più facile raggiungere questo obiettivo.

Per una live perfetta servono:

  • Un software integrato che rende ogni e-commerce la piattaforma ideale per ospitare la diretta
  • La migliore strumentazione per riprese stabili e di alta qualità
  • Un’illuminazione professionale che sappia valorizzare i prodotti
  • Un presentatore o host che coinvolga il pubblico nel modo giusto e in sintonia con il brand
  • Una selezione di prodotti da mostrare nel dettaglio durante la diretta
  • Professionisti della comunicazione che possano seguire la live, moderare la chat, fornire assistenza ai clienti
  • Tecnici capaci di produrre e controllare le riprese, intervenendo con piccole variazioni in caso di necessità

In Elwood possiamo fornirti tutti gli strumenti per realizzare la tua vetrina interattiva, accompagnandoti step by step dalla progettazione alla realizzazione.

Integriamo il software giusto per ospitare la diretta all’interno del tuo store online, prepariamo il set perfetto con luci e camere professionali, moderiamo la chat assistendo i tuoi clienti, seguiamo secondo per secondo la live e ci occupiamo anche di suggerirti host che possano interpretare al meglio la tua visione: ti proponiamo soluzioni su misura per un risultato finale funzionale e di successo!

Vuoi saperne di più?
Contattaci telefonicamente o via mail, ti forniremo maggiori dettagli.

Live Commerce: il nuovo must have per gli e-commerce

Live commerce, live shopping, livestream commerce: navigando su internet e utilizzando i social potreste esservi imbattuti in una di queste definizioni.
Tutte e tre si riferiscono alla stessa cosa: un nuovo trend proveniente direttamente dalla Cina, che affianca agli store online una strategia di marketing interattiva, che ricorda – e, se possibile, aggiorna e rende a prova di nuove generazioni – il metodo consolidato della “televendita”.

Attenzione, però, la somiglianza potrebbe rischiare di far sottovalutare questo nuovo metodo, rendendo più complesso comprenderne le potenzialità.
Conosciamone, allora, le caratteristiche!

Come funziona il Live Commerce

Il Live Commerce è caratterizzato da una diretta in streaming, durante la quale un presentatore – che può essere uno dei volti dell’azienda, un influencer, un content creator, un ospite molto conosciuto, come un attore o un cantante – presenta e propone prodotti e servizi.
Mostra gli articoli in vendita, ne evidenzia le particolarità e ne sottolinea gli aspetti irrinunciabili, attirando views e cercando di raccogliere molti nuovi potenziali clienti.
Questo, se vogliamo, è l’aspetto che più ricorda una televendita.

Ma la diretta è interattiva.
Gli utenti che visualizzano la presentazione, cioè, possono fare domande, chiedere di rivedere dei prodotti e ottenere immediatamente una risposta, risolvendo sul momento ogni possibile dubbio.
La componente umana è fondamentale, perché permette di creare subito un legame forte con gli utenti: il feedback immediato convince e fidelizza, valorizzando nel modo giusto gli e-commerce.

live commerce con gli influencer

Set, prodotti, supporti tecnologici, presentatori: il live commerce è una strategia complessa

Il livestream shopping ha, però, un ulteriore punto di forza: il processo di acquisto è ancora più semplice.
Durante la diretta, infatti, man mano che gli articoli vengono presentati, compaiono sullo schermo pop up per l’inserimento diretto nel carrello. Gli utenti non sono obbligati a navigare nel sito, interrompendo quello che è un vero e proprio show fatto anche di momenti di gioco e divertimento, ma possono concludere l’acquisto senza mai perdere di vista il presentatore.

Chi partecipa, insomma, può vedere i prodotti, interagire, divertirsi, conoscere altri utenti, approfittare di omaggi a tempo e sconti lampo, acquistare… tutto con pochissimi clic, tutti sulla stessa interfaccia.

Live Commerce: come si fa?

La diretta per il live commerce può essere organizzata in modo da essere raggiungibile – contemporaneamente – dallo store online e dai principali social network.

È fondamentale creare il giusto set, preparare i prodotti che si intende promuovere durante la presentazione e assicurarsi che l’infrastruttura (chat, pop up, carrelli…) sia perfettamente funzionante.

Questa strategia di marketing richiede, quindi, diverse competenze e una coordinazione perfetta: ecco perché far riferimento a una agenzia specializzata può fare una grande differenza.

Noi di Elwood Agency possiamo fornirti tutti gli strumenti per la tua prima diretta live commerce: contattaci per tutte le informazioni.

ChatGpt in Italia

ChatGpt di nuovo online in Italia: le condizioni per via libera

Dopo un mese di stop dovuto ad alcune perplessità espresse dal Garante della Privacy, ChatGpt è tornato ufficialmente a disposizione in Italia.

Pare – infatti – che Open AI, la società proprietaria del chatbot, abbia finalmente accettato di adeguarsi alle normative europee in tema di trattamento dei dati personali, facendo alcune “piccole” modifiche.

ChatGpt: cosa cambia?

Fra i cambiamenti messi in atto negli ultimi giorni da Open AI risulterebbero:

  • la possibilità di ottenere la rettifica dei dati personali generati in modo non corretto
  • la possibilità di ottenere la cancellazione dei dati personali
  • la modifica della base giuridica del trattamento dei dati, che deve essere basata solo sul consenso o sul legittimo interesse
  • l’introduzione di un divieto per minori (dal 31 maggio o – al più tardi – dal 30 settembre dovranno essere implementati anche strumenti in grado di verificare l’età dei visitatori)
  • la pubblicazione sul sito di un’informativa che spieghi agli interessati modalità di trattamento dei dati, funzionamento del servizio e diritti dei consumatori: la pagina Privacy Policy spiega punto per punto il nuovo approccio di Open AI
La nuova privacy policy di ChatGpt

La nuova privacy policy sul sito di Open AI

Le opzioni si affiancano a un ulteriore aggiornamento delle modalità di utilizzo del chatbot (o diritto di opposizione) previsto dall’azienda già dalle scorse settimane e grazie al quale qualsiasi utente può oggi scegliere di escludere le proprie conversazioni dal training dell’algoritmo .
Come a dire: “Voglio parlare con Chat GPT, ma non voglio che il sistema usi ciò che viene detto per addestrarsi e apprendere”.

Ma non è finita qui, perché Open AI dovrà attivare entro il 15 maggio anche una campagna di informazione per avvertire tutti – anche i non utenti – della possibilità di essere esclusi definitivamente dal chatbot.

Per cosa possiamo utilizzare ChatGpt ora

Una volta riaperto Chat GPT in Italia… per cosa potremmo utilizzarlo?

Nel nostro articolo di aprile abbiamo visto come il chatbot sia in grado di scrivere codice funzionante, fare correzioni matematiche, comporre poesie, scrivere mail, utilizzare stili diversi per elaborare testi complessi.

Oltre a un uso diciamo “professionale”, possiamo però interpellare l’intelligenza artificiale anche per una chiacchierata meno impegnativa, magari per avere qualche suggerimento disinteressato.

Qualche esempio?

 

  • Chat GPT può aiutarci a pianificare un viaggio
    Basta dare alcune indicazioni relative alla lunghezza del soggiorno, al periodo dell’anno, alle preferenze per quanto riguarda i mezzi di trasporto e alla lontananza della destinazione: la IA ci risponderà con una lista di possibili opzioni, indicandone i punti di forza.
    Abbiamo esigenze relative al cibo o al divertimento?
    Con un ulteriore scambio, Chat GPT può suggerirci anche una lista di locali indicati per le nostre esigenze.
ChatGpt suggerisce mete di viaggio

ChatGpt suggerisce mete di viaggio

  • Chat GPT può darci l’oroscopo giornaliero o aiutarci con le compatibilità fra segni zodiacali.
    Non si tratta di informazioni fondamentali, ma la conversazione può diventare un divertente “party trick” per movimentare una serata
  • Chat GPT può aiutarci non solo a tradurre da un’altra lingua, ma anche a pronunciare le parole nel modo corretto: la IA – infatti – può restituire una spiegazione precisa e accessibile della fonetica, fornendo esempi dall’italiano per essere il più comprensibile possibile
  • Chat GPT può fare da tutor prima di un colloquio, suggerendo frasi efficaci e ricordando di optare per un abbigliamento sobrio, formale e non eccessivo. Naturalmente outfit e temi di conversazione cambiano in base al settore per cui ci si candida
ChatGpt è esperto anche di compatibilità fra segni zodiacali

ChatGpt è esperto anche di compatibilità fra segni zodiacali

La IA di Open AI è disponibile sul sito https://chat.openai.com/, finalmente operativa anche per gli utenti italiani.

Nella battaglia fra intelligenze artificiali, Chat GPT sembra essersi definitivamente confermata al primo posto!

Google Bard vs ChatGpt: chi vince la battaglia fra AI?

Quando si parla del panorama delle intelligenze artificiali nel 2023, ChatGpt regna sovrana da ormai molto tempo. Le incredibili capacità della chatbot AI hanno trasformato un semplice sito web in un vero e proprio punto di riferimento per utenti che effettuano ogni giorno milioni di visite.

Google si è nascosto a lungo, rimanendo in agguato del suo concorrente diretto.
Dopo mesi di attesa, però, Bard è finalmente disponibile in UK e USA, per pochi utenti selezionati: ora è possibile confrontare funzionalità e risposte, valutando le principali differenze fra robot IA!

ChatGpt o Bard: chi è meglio?

Per effettuare una valutazione, è necessario determinare in cosa le due chatbot sono differenti.
Partiamo dalle caratteristiche basilari.

ChatGpt è stato creato dalla società OpenAI, che ha sede a San Francisco: si tratta di una intelligenza artificiale basata sui modelli linguistici già sviluppati dall’azienda.

Al suo lancio iniziale, ChatGpt ha ottenuto subito enorme popolarità, grazie alla sua capacità di apprendere e alla sua natura “espansiva”: il suo primo modello GPT-3 era estremamente capace, poteva scrivere linee di codice complesso, redigere storie e saggi, comporre poesie, persino dare consigli di vita. Con il rilascio di GPT-4, il bot ha guadagnato ancora più potenza e ha confermato il suo successo.

ChatGpt conosce il suo potenziale

ChatGpt conosce il suo potenziale

Google Bard, considerato il rivale diretto del prodotto di Open AI, è un servizio di intelligenza artificiale conversazionale sperimentale: si basa sul modello linguistico LaMDA, che ha già qualche anno, e promette di dare risposte di alta qualità, con interazioni impossibili per ChatGpt.

Il bot di Open AI però è aperto a tutti, mentre Bard è ancora molto limitato! 

Le principali differenze

Ora che conosciamo le aziende che hanno creato i due bot, possiamo vedere nel dettaglio in cosa differiscono:

  • Competenza nella programmazione
    Uno dei principali motivi per cui gli utenti utilizzano ChatGpt è la possibilità di fargli scrivere delle linee di codice. Il bot di OpenAI è – infatti – piuttosto competente in materia ed è abile nella scrittura di codice complesso utilizzando vari linguaggi: può scrivere giochi semplici e addirittura creare altre chatbot, effettuando anche il debug.
    Google Bard non può ancora, ufficialmente, codificare.
    Le FAQ ufficiali confermano che il bot di Google non è ancora capace di formulare questo tipo di contenuto, anche se qualche utente ha provato a chiedere a Bard un po’ di HTML e un po’ di Javascript. Il risultato è stato un codice con diversi errori, che il bot non è ancora in grado di correggere.
  • Risposte multiple
    Ogni volta che si chiede a ChatGpt qualcosa, il bot risponde con un singolo output: a meno di chiedere in modo preciso ed esplicito qualcosa di diverso, l’intelligenza artificiale dà una sola risposta predefinita, che poi può andare ad arricchire con dettagli e varianti, sempre che l’utente decisa di approfondire.
    Google Bard, invece, produce diverse versioni della stessa risposta, chiamandole Drafts (o Bozze): sta all’utente decidere quale degli output si adatta meglio alla domanda per accuratezza, decidendo persino di combinarli in modo da ottenere una “risposta definitiva”.
    Questa opzione è una delle principali differenze fra bot ed è molto apprezzata dagli user, che possono usufruire di una risposta più ampia e precisa.
I drafts di Google Bard

I drafts di Google Bard

  • Memoria della conversazione
    Con questo termine si indica la capacità di una chatbot di attingere alle risposte passate per dare risposte future, effettuando un vero e proprio follow-up.
    ChatGpt possiede una buona memoria, può ricordare fino a 3000 parole ed è capace di sostenere una conversazione con più scambi sullo stesso argomento, creando un vero flusso.
    Bard non riesce del tutto a ricordare il contesto e non è in grado di sostenere più quesiti sullo stesso argomento, almeno per ora. Secondo Google, infatti, man mano che il bot continuerà ad apprendere, dovrebbe aumentare anche la sua memoria della conversazione.
  • Accesso a internet
    Uno dei maggiori svantaggi di ChatGpt è la sua impossibilità di accedere a internet: è per questo che persino la sua ultima versione GPT-4 è ignara di tutto ciò che è accaduto nel mondo dopo il 2021 (compresa la sua chiusura in Italia!). Ciò rende il bot incline a commettere errori, soprattutto per tutto ciò che si riverisce a fatti ed eventi vicini nel tempo.
    Bard, invece, ha un accesso a internet in tempo reale (come Bing) e può cercare – citando gli url delle fonti – ed elaborare risposte per tutte le domande, senza un limite di tempo. Questa opzione rende il bot potente e affidabile anche per quanto riguarda informazioni molto aggiornate.
ChatGpt scrive una poesia in francese

ChatGpt scrive una poesia in francese

  • Supporto linguistico
    GPT-4 di ChatGpt supporta al momento 26 lingue diverse, fra cui francese, spagnolo, arabo, mandarino, italiano e molte altre: il bot le parla piuttosto bene ed è in grado di comporre testi complessi in vari stili.
    Bard per ora supporta solo l’inglese americano e Google sta ancora lavorando sull’ampliamento delle sue capacità in questo senso.
  • Imprecisioni
    L’accesso a internet non protegge Bard dal commettere errori: il bot è – infatti – ancora piuttosto incline a sbagliare, fornendo risposte false e inesatte (è anche vero che la chatbot è ufficialmente in sperimentazione e non ha ancora raggiunto la sua forma definitiva).
    Anche ChatGpt corre questo rischio, ma il modello GPT-4 è stato già perfezionato rispetto al precedente, riducendo le imprecisioni del 35%.
Bard si può confondere e può commettere errori

Bard si può confondere: un indovinello lo manda in crisi

  • Riconoscimento delle fonti
    Sia ChatGpt che Bard usufruiscono di un set di dati da cui deducono le risposte: Bard, in particolare, può usare internet per riformulare alcuni output, aggiornandoli man mano.
    Tuttavia, l’IA di Google fa un pessimo lavoro nel dare i crediti e citare le fonti, anche nel caso in cui copi parola per parola da siti web presenti sulla rete. Stessa cosa si può dire di ChatGpt, anche se quest’ultimo non effettua mai una vera e propria duplicazione dei contenuti.

Google Bard vs ChatGpt: vince (per ora) il secondo

Nonostante Google Bard abbia notevoli vantaggi, è chiaro che – almeno per ora – a vincere la sfida fra IA è ChatGpt. Tuttavia, possiamo aspettarci che, con gli aggiornamenti, le cose possano iniziare a cambiare per il colosso della Silicon Valley.

Per ora, non possiamo che attendere, sfruttando le funzionalità che sono già disponibili!

 

 

Fonti
Google Bard vs ChatGpt: who wins the AI battle?

In Beebom, 22 marzo 2023, di U. Sharma, https://beebom.com/google-bard-vs-chatgpt/

ChatGpt chiude? Nessun problema, arriva Bard!

È notizia delle scorse settimane: il Garante della Privacy italiano ha bloccato il servizio ChatGpt nel nostro paese. I dubbi che circolano intorno all’impiego di questo nuovo strumento sono tanti, forse troppi: come raccoglie i dati dei suoi utenti? Qual è il suo grado di precisione? Esiste un modo per proteggere i minori da un uso sconsiderato di questa nuova tecnologia?

La battuta d’arresto di ChatGpt non sembra, però, aver interrotto l’avanzare degli esperimenti e delle nuove proposte nel campo delle AI: anche Google è uscito finalmente allo scoperto, annunciando la sua piattaforma Bard.

È iniziata una guerra fra multinazionali?
Vediamo nel dettaglio cosa possiamo aspettarci!

ChatGpt fra pregi e difetti

ChatGpt è sulla bocca di tutti, ma pochi ne conoscono davvero il funzionamento.

Si tratta, infatti, di una “intelligenza artificiale conversazionale e generativa”, un modo un po’ complesso per indicare uno strumento capace di elaborare il nostro linguaggio, imparando dalle interazioni con gli utenti come rispondere in modo naturale, creando contenuti da zero.

La home di ChatGpt

Alla base di questo strumento ci sono le tecnologie NLP (o Natural Language Processing) e il modello di linguaggio GPT-3, utilizzati dall’azienda OpenAI per permettere alla loro intelligenza artificiale di capire modelli e sfumature del linguaggio umano, di adattarsi a diversi stili di comunicazione e di imparare come rispondere nel modo più pertinente e personalizzato possibile.

L’obiettivo è aiutare gli utenti a interagire in modo efficiente con macchine e tecnologie impiegate per diverse applicazioni, come il servizio clienti, la scrittura creativa, la traduzione e l’adattamento dei testi.
Ma non solo!

La AI è in grado di generare codice sorgente, scrivere pagine html, creare plugin di WordPress: sa utilizzare diversi linguaggi di programmazione e può rappresentare una risorsa fondamentale anche per chi ha intenzione di interfacciarsi alle chatbot non solo per dialogare (un po’ come i più grandi di noi facevano con Doretta su MSN), ma anche per recuperare contenuti professionali efficienti e funzionanti.

ChatGpt scrive un codice

A ChatGpt bastano poche istruzioni per creare linee di codice funzionanti

Basta domandare qualcosa e ChatGpt risponde producendo testi articolati e stringhe di codice, scrivendo mail o poesie, alterando e adattando il suo stile di scrittura in base alle necessità, risolvendo problemi poco complessi e correggendo dati matematici.

Sarebbe incredibile, se non ci fosse un però.

Sì, perché questo tipo di tecnologia non se la cava troppo bene con concetti generici e astratti: una intelligenza conversazionale non ha conoscenza del mondo reale e delle sfumature, non può discutere in modo efficiente di argomenti complessi o delicati (come la religione, la politica, la società) e può manifestare dei “pregiudizi”, dovuti al suo modello di apprendimento.
È programmato e testato soprattutto in inglese e potrebbe non fornire lo stesso grado di precisione per ogni lingua utilizzata.

Infine, è totalmente ignaro di tutto ciò che è successo nel mondo dopo il 2021 (data del lancio) e potrebbe fornire risposte poco aggiornate, se non addirittura datate.

In poche parole, ChatGpt dà il suo meglio nel caso di domande semplici, ben scritte e specifiche, che riguardano argomenti concreti. Per ogni altro quesito, rimane un alto margine di errore.

I motivi della sospensione

Il Garante della Privacy è intervenuto richiedendo la sospensione del servizio proprio a partire da questi limiti molto evidenti e ha manifestato preoccupazione per almeno quattro punti:

 

  1. ChatGpt impara dagli utenti, ma come utilizzati i dati raccolti in modo massivo?
  2. Come mai non esiste una informativa chiara che spieghi ai consumatori dove vanno a finire le informazioni recuperate dalla AI?
  3. Se ChatGpt non è preciso, ma può lasciare spazio a errori e imprecisioni, come possiamo essere certi che i dati raccolti non vengano elaborati in modo poco corretto?
  4. Infine, ChatGpt dichiara un limite di età, secondo cui nessuno sotto i 13 anni può usare il servizio, ma non esiste un sistema per essere certi che anche user più giovani non interagiscano con la AI, magari arrivando a delle risposte poco adatte alla loro giovane età.
    Come si può controllare questo aspetto?
ChatGpt non sa di essere chiuso

ChatGpt non sa cosa è successo nel mondo dopo il 2021… infatti non sa di non essere raggiungibile dall’Italia!

La riattivazione del servizio dipende dalla risposta a tutte queste domande e lo sblocco potrà avvenire solo alle condizioni imposte dal Garante: OpenAI si adeguerà a tutte le richieste?

Nel frattempo, chiunque sia interessato a utilizzare ChatGpt dall’Italia ha ancora una possibilità: la chatbox è ufficialmente chiusa nel nostro paese, ma con un browser che nasconde l’IP è ancora possibile usufruirne facilmente.

Google Bard, come funziona

Nel frattempo, il settore delle intelligenze artificiali non sembra frenare sulla tabella di marcia. Google ha, infatti, presentato il suo progetto, rispondendo non solo a ChatGpt, ma anche alla Bing Chat di Microsoft: la piattaforma Bard!

Si tratta di una AI costruita sul modello linguistico di Google – LaMDA + PaLM – che, come per le altre, apprende dall’interazione con gli utenti, per fornire un servizio sempre più efficiente.

La home di Google Bard

L’obiettivo è rispondere in modo preciso e utile alle domande dei consumatori, aggiornandosi man mano che la tecnologia di base viene perfezionata.

Sembrerebbe tutto uguale alle altre chat, ma non è proprio così…

Differenze fra intelligenze artificiali

Al momento, Bard è disponibile solo in USA e Gran Bretagna, solo per users iscritti a una lista d’attesa specifica: ufficialmente, infatti, quello di Google è ancora un esperimento.
Forse, è anche per questo motivo che del progetto del colosso americano si sa così poco: il settore delle AI è in fortissima crescita, la competizione è spietata e lasciar trapelare anche un solo dettaglio di troppo potrebbe mettere a rischio l’intero progetto!

 

Quindi, cosa si sa di Bard?

  • Si tratta di un bot disponibile su una pagina differente rispetto alla classica home del motore di ricerca (potete trovarla qui)
  • Una volta fatta una domanda, non cerca fra i risultati di ricerca, ma genera risposte all’interno del modello
  • Al momento, per ogni domanda Bard offre 3 risposte: un modo per indicare che il sistema è ancora nella sua fase preliminare, che ha bisogno di tempi ancora lunghi di elaborazione e che, tutto sommato, può ancora commettere degli errori
  • Sotto a ogni risposta, la AI offre anche una query tradizionale di ricerca e questo elemento rivelerebbe proprio il gancio fra i due servizi di Google (oltre a differenziare drammaticamente fra loro le intelligenze artificiali: Bard è l’unica che può contare sugli algoritmi quasi infallibili di Google!)
  • Gli utenti che fanno parte delle liste possono dare il loro feedback, valutando con pollice dritto o verso ogni risposta e aggiungendo un commento più esteso

Insomma, Bard è davvero ancora nelle sue fasi preliminari, ma sembra destinato ad ottenere una struttura più complessa, integrata e – per certi versi – interessante.
Se poi l’obiettivo dell’azienda sarà davvero far diventare la sua AI parte integrante dell’esperienza di ricerca su internet, siamo di fronte a un vero e proprio cambiamento epocale!

AI e SEO

Per fortuna, questa trasformazione non è ancora dietro l’angolo e abbiamo tutto il tempo per imparare a utilizzare le nuove tecnologie, valutando anche le ricadute dal punto di vista della SEO.

Sì, perché le intelligenze artificiali generative potrebbero creare contenuti di ogni tipo, comprese pagine, articoli e approfondimenti rivisti e perfezionati in modo da facilitare e migliorare il posizionamento dei siti fra i risultati di ricerca di Google.

Come abbiamo visto, il loro operato potrebbe non essere del tutto corretto e il risultato potrebbe non essere sempre quello sperato, ma l’approccio delle AI alla SEO e la loro interpretazione delle “regole” e delle best practice suggerite da Google potrebbe spingere l’intero settore verso un nuovo modo di selezionare gli argomenti più interessanti, valutare le parole chiave più performanti e creare contenuti interessanti ed efficienti. 

Google Bard e la SEO

Google Bard non sa ancora come potrà influire sulla SEO, però dà consigli!

Proprio Bard, per il legame che già sembra definirsi con la più classica organic search offerta dal motore di ricerca, potrebbe rappresentare la risorsa più importante per chi si occupa di web content, diventando una vera fonte di ispirazione per gli addetti ai lavori.

La guerra delle intelligenze artificiali è appena cominciata: siamo pronti a ogni trasformazione!