Intelligenza artificiale tutti i meme con Gerry Scotti

Intelligenza artificiale: il caso Gerry Scotti

Ve ne sarete accorti scrollando fra Instagram e Tik Tok: su internet esiste una quantità impressionante di contenuti prodotti utilizzando la voce e le sembianze di Gerry Scotti.

Si tratta per lo più di immagini, video o file audio realizzati utilizzando l’Intelligenza Artificiale (e il deepfake): il risultato non è sempre di altissima qualità, anzi il più delle volte salta subito all’occhio (e all’orecchio) che non stiamo assistendo a un prodotto originale.

Eppure, questa mole di meme ha avuto un effetto inaspettato…

 

 

Perché Gerry Scotti?

Non è facile capire perché i creator più giovani (i contenuti GerryScottici circolano velocissimi fra gli esponenti della GenZ) abbiano scelto proprio il notissimo presentatore Mediaset.

 

Forse è per la sua aria da “zio”, forse è per la sua personalità leggera e divertente, forse è per il suo passato da disc jokey: forse, infine, è per la sua accoglienza divertita all’intero fenomeno.

 

Pare, infatti, che Gerry Scotti abbia preso la questione con grande autoironia, affascinato e quasi lusingato da tanta attenzione: nei suoi programmi ha, spesso, citato meme ricorrenti, arrivando addirittura a riprodurli live (cantando, per esempio, “What is Love?” di Haddaway). 

 

 

Lo spirito moderno e l’occhio attento ai trend del momento hanno, insomma, decretato un incredibile successo per una personalità del piccolo schermo che, certo, non aveva bisogno di ritrovare la sua popolarità, ma che così si assicura un posto nel cuore dei giovanissimi, noti per non essere troppo affezionati al mezzo televisivo. 

 

 
Intelligenza artificiale: il caso Gerry Scotti

Dal meme al prodotto commerciale

• Ma quale effetto reale ha avuto questo inarrestabile trend?

Ha trasformato un meme in un progetto commerciale vero e proprio!

 

Gerry Scotti ha, infatti, deciso di riappropriarsi della sua immagine e della sua voce, utilizzando la IA per produrre e lanciare sul mercato un disco di canzoni natalizie, chiamato Gerry Christmas. L’album contiene i grandi classici delle festività, ricantati dall’Intelligenza Artificiale nei panni dell’amatissimo presentatore: si va da All I Want for Christmas is You a Last Christmas, passando per le tradizionalissime Jingle Bells, Santa Claus is Coming to Town e Feliz Navidad.

 

Cosa ha dovuto fare in concreto Gerry?

Leggere testi in tre lingue – italiano, inglese e spagnolo – per permettere al sistema di imparare al meglio la sua pronuncia e rendere il tutto molto più credibile!

 

 

Un approccio da imitare?

Sappiamo che alcuni potrebbero storcere il naso a pensare a questo tipo di progetto, ma l’idea di Gerry Scotti potrebbe essere vincente.


L’approccio aperto alle novità, la curiosità per le nuove tecnologie e l’impiego intelligente delle stesse potrebbe essere l’atteggiamento giusto per non farsi “cancellare” dal mondo che avanza e cambia.


Forse dovremmo essere tutti un po’ più come Gerry…

Instagram Threads: cosa cambia da Twitter/X?

Instagram Threads: cosa cambia da Twitter/X?

Threads, il nuovo social Meta collegato al veterano Instagram, è stato finalmente lanciato in Europa: dal 14 dicembre 2023, è possibile accedere alla nuova piattaforma per scoprirne funzionamento e segreti.

 

L’accoglienza per l’ultimo progetto di Mark Zuckerberg è stata, potremmo dire, tiepida.

Se gli user più giovani sembrano interessati a modalità di scambio e comunicazione differenti dal solito, i più esperti fra gli iscritti non hanno potuto fare a meno di notare una certa somiglianza fra Threads e X (che per alcuni non smetterà mai di chiamarsi Twitter).  

 

Anzi, lo scontro generazionale è diventato subito un meme: protagonista è lo stupore con cui gli utenti storici di X hanno accolto l’entusiasmo della Gen Z, che sembra proprio non sapere che i due social si assomigliano più di un po’.  

 

Threads e X: cosa li rende uguali

A rendere uguali Threads e X sono alcune caratteristiche relative alla navigazione e alle interazioni.

Entrambi, infatti, consentono di:

 

• Pubblicare testi, foto e video

• Creare catene di post (o thread) per approfondire un argomento

• Navigare fra contenuti suddivisi in liste (es. Per Te e Seguiti)

• Mettere mi piace ai post degli altri

• Rendere i post degli altri Preferiti

• Commentare 

• Bloccare o silenziare alcuni utenti

• Fare segnalazioni in caso di contenuti inadeguati

• Limitare il proprio pubblico (nascondendo, per esempio, i propri post a utenti selezionati)

• Verificare il proprio profilo

 

Nonostante questo, i due social mantengono anche qualche importante differenza.

 
Instagram Threads: le differenze con twitter

Chi ha utilizzato entrambe le piattaforme ha sicuramente notato, pur ammettendo la somiglianza straordinaria fra i due progetti, alcuni punti di distacco

Threads e X: cosa li rende diversi

• Threads ha un processo di registrazione quasi immediato, che permette di passare da Instagram e completare l’iscrizione in pochi secondi. L’immediatezza è sicuramente un plus e un punto di forza che X ha tentato invano di ottenere per tanti anni. 

• L’ultimo nato in casa Meta, poi, permette – come primissima decisione – di seguire e farsi seguire dagli stessi account che conosciamo già su Instagram: ciò consente di ricreare immediatamente una rete di scambio sicura e conosciuta.

• Proprio questo punto, però, convince poco gli appassionati di X: Twitter è diventato per molti un luogo sicuro in cui poter scrivere le proprie opinioni (anche le più taglienti) protetti da un certo grado di segretezza. Bastava non mettere il proprio nome!

Threads fa saltare questo meccanismo, proponendo un approccio “local” piuttosto che “global”: non è importante arrivare a tutti, ma solo a chi è più vicino a noi.

• Per questo motivo, possiamo dire che Threads non ha fra i suoi obiettivi la circolazione rapida delle news, grande punto di forza del rivale: a dimostrarlo, anche l’assenza degli hashtag. 

• A mancare dal prodotto Meta sono anche elenchi, feed curati, segnalibri e abbonamenti. Al momento mancano anche precise indicazioni pubblicitarie, ma le disposizioni arriveranno sicuramente nel tempo.

• X, dal canto suo, ha qualche importante limite, perché non consente la pubblicazione di note vocali e lascia meno spazio a testi e video, che invece possono essere più ampi e pesanti sulla piattaforma del competitor (240 caratteri contro 500, 2 minuti e 20 secondi contro 5 minuti). 

 

 

Perché creare Threads?

In molti si sono chiesti come mai Mark Zuckerberg abbia deciso anni fa di imbarcarsi in questa impresa, proponendo un format già conosciuto.

Il CEO di Meta ha voluto in più occasioni spiegare il suo punto di vista, sostenendo di aver creato Threads con l’intento di dare ai propri utenti uno spazio in cui fosse possibile avere un dialogo più positivo: il colpo di grazia, quindi, per X, entrato in più di una polemica dopo l’acquisizione di Elon Musk, noto per avere posizioni particolari e per modificare frequentemente il suo social.

Potenzialmente, la mossa di Zuck potrebbe essere vincente: parliamo, infatti, di un bacino di miliardi di utenti che dagli altri progetti Meta potrebbero spostarsi sull’ultimo nato.
I numeri sembrano, però, fermare l’entusiasmo: in USA, dopo i primi 100 milioni di iscritti raggiunti nella prima settimana la curva di crescita si è praticamente arrestata.

Sarà lo stesso anche in Europa?