Da pochissime ore, è finalmente disponibile online il nuovissimo social Meta Threads: l’ultima piattaforma targata Zuckerberg, nata con il preciso obiettivo di mettere in difficoltà il colosso Twitter.
Le premesse sembrano buone: nelle prime ore dal lancio le iscrizioni sono state ben 10 milioni.
Anche se non in Europa…
Cosa sappiamo di Meta Threads
Come abbiamo visto in un nostro articolo precedente, Meta lavorava già da tempo alla creazione di una piattaforma che potremmo definire “testuale”, collegata – pur rimanendone indipendente – al colosso Instagram: Project 92.
Threads, questo il nome scelto poi in via definitiva, conferma una natura in controtendenza: in un mondo in cui Tik Tok e IG “dettano legge” e determinano le regole della comunicazione (con una prevalenza innegabile di forme di interazione “visuali”, con foto e video), la novità Meta cercherà di imporsi come social di messaggistica.
Nello specifico, la piattaforma permette di pubblicare post lunghi fino a 500 caratteri, all’interno dei quali il testo rimarrà l’elemento più importante, ma sarà possibile includere anche link, foto e video della durata massima di 5 minuti. Non solo: gli utenti potranno anche ricondividere direttamente i loro post Threads su IG utilizzando la funzione “Storie” (ma il nuovo social potrà essere collegato facilmente a tutte le piattaforme Meta).
Iscriversi è – poi – facilissimo perché il nuovo social lascia la possibilità di creare un profilo utilizzando esattamente lo stesso user name scelto per Instagram: anche i primi follower verranno “ereditati” da IG, costituendo in automatico un primo zoccolo duro di seguaci fedeli.
L’obiettivo di Meta Threads è piuttosto chiaro: creare, partendo da una base consolidata, una community online di utenti che condividano gusti, opinioni, passioni e interessi.
Una sorta di mix fra Pinterest e Twitter, che – pur con caratteristiche del tutto innovative – cerca proprio di mettere i bastoni fra le ruote ai suoi principali competitor.
E gli influencer?
Meta Threads non li abbandona: anche se ancora non è del tutto chiaro il ruolo delle promozioni sul nuovo social, la possibilità di collegare le piattaforme senza perdere di vista i propri follower consente ai creators di mantenere un certo grado di tranquillità.
Threads sarà semplicemente uno strumento in più, grazie al quale proporre novità, prodotti, lanci.
Il primo post pubblicato su Meta Threads dal suo CEO Mark Zuckerberk: “Andiamo, benvenuti su Threads”
Twitter nel mirino
A rischiare il contraccolpo peggiore dopo la presentazione ufficiale di Threads è sicuramente Twitter.
Il social recentemente passato nelle mani di Elon Musk sembra, infatti, nel mezzo di un luuuungo periodo di crisi:
- prima l’acquisizione quasi per sfida a una cifra folle
- poi il licenziamento in tronco di gran parte dei responsabili originali della piattaforma
- poi il tentativo maldestro di riassumere le professionalità perdute
- poi i continui problemi con i server
- i down sempre più frequenti per una piattaforma che era diventata famosa (a forza di meme) per la sua stabilità granitica
- poi le spunte tolte, rimesse, ritolte, rimesse a pagamento, rimesse non a pagamento ma solo per alcuni utenti
- infine, la novità dell’ultima settimana: il limite di visualizzazione di tweet per utente
La piattaforma dei cinguettii stava già perdendo stabilmente utenti da ormai molti mesi, a favore di social meno blasonati come Mastodon o Hive: quello di Meta potrebbe essere il colpo di grazia.
L’Europa, però, è esclusa (per ora)
Come abbiamo anticipato, Meta Threads sta avendo un successo già enorme… ma solo in USA e nel Regno Unito.
Pare, infatti, che la piattaforma non sia ancora del tutto a norma per quanto riguarda la gestione di dati personali e sensibili: la regolamentazione europea più rigida a riguardo ha, quindi, messo uno stop provvisorio all’arrivo del nuovo social nei paesi membri della UE.
Il problema risiederebbe nella capacità di Threads di leggere e conservare informazioni relative a navigazione, posizione, acquisti, contatti, persino cronologia delle ricerche e dettagli finanziari… troppo per gli organi di controllo competenti in materia.
Questo non significa che il neonato progetto Meta non arriverà mai qui da noi: dovremo solo attendere un adeguamento del sistema!